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ProfeZie Ottobre 2013

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Le ProfeZie di Ottobre 2013 di onemarishow

Le ProfeZie di Ottobre 2013 di Onemarishow

ARIETE

Ottobre: l’autunno è alle porte, non lasciar fuori le scorte… dell’estate.

Salute: buona forma fisica, ma non impigrirti,

Amore: dai vita alle tue fantasie nascoste.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni sera una tisana allo zenzero.

TORO

Ottobre: cadono i capelli e volan via anche gli uccelli…

Salute: colorito spento, mangia sano.

Amore: lasciati andare alle novità.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni mattina una tisana alle erbe aromatiche.

GEMELLI 

Ottobre: con l’arrivo delle castagne non sono previste lagne.

Salute: un massaggio plantare per rimetterti in piedi.

Amore: non sempre l’erba del vicino è sempre più verde, guarda bene.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni giorno dopo pranzo una tisana ai frutti di bosco.

CANCRO

Ottobre: le foglie diventano gialle e nello stomaco senti le farfalle.

Salute: camminare allunga la vita.

Amore: tutto bene e a forma di cuore.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni giorno a metà mattina una tisana al rosmarino.

LEONE

Ottobre: in arrivo l’autunno, ricorda che non sei più un alunno.

Salute: addominali mattina e sera.

Amore: continua a sentire attentamente il tuo cuore

Il consiglio del mese:

Bevi ogni giorno a metà pomeriggio una tisana di radici amare.

VERGINE 

Ottobre: i suoni del mare sono solo ricordi… non è una buona scusa per esser sordi.

Salute: è arrivato il momento di comprare una bicicletta.

Amore: qualcuno disse… la risposta è dentro di te!

Il consiglio del mese:

Bevi ogni sera una tisana al tiglio.

BILANCIA 

Ottobre: fiori di arancio e non solo… e la testa resta ancora in volo

Salute: non ti resta che iscriverti in palestra e passarci anche la notte.

Amore: momento pieno di emozioni.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni mattina una tisana alla melissa.

SCORPIONE

Ottobre : l’autunno l’affronti senza paura grazie alla tua bravura.

Salute: ottima e invidiabile forma fisica

Amore: troppe emozioni insieme, resisti.

   Il consiglio del mese:

Bevi ogni sera una tisana ai fuori di sambuco.

SAGITTARIO 

Ottobre : cadono le foglie, è tempo di cercar moglie… o marito.

Salute: un po’ di attività fisica non guasta.

Amore:  non avere pretese, si riceve quel che si è.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni giorno dopo pranzo una tisana alla cannella.

CAPRICORNO 

Ottobre: il cielo è sempre più grigio e tu diventi sempre più ligio… bene!!

Salute:  la piscina fa tornare il buon umore.

Amore: nulla si muove all’orizzonte…

Il consiglio del mese:

Bevi ogni sera una tisana alla rosa.

ACQUARIO 

Ottobre:  si comincia a tirar fuori la giacca, ma occhio a non batter la fiacca.

Salute: correre tre volte a settimana per 20 minuti.

Amore: puoi prenderti delle responsabilità.

Il consiglio per prossimo mese:

Bevi ogni mattina una tisana alla cicoria.

PESCI 

Ottobre: il colore dominante è l’arancio… finalmente puoi vivere con slancio.

Salute: continua a fare attività sportiva.

Amore: tutto procede molto bene.

Il consiglio del mese:

Bevi ogni sera una tisana al finocchietto.

di Onemarishow

Una Ragazza Fantastica – Atto 13 –

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di Onemarishow

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Una Ragazza Fantastica – Atto 13 –

Lacrime copiose come neve
Eravamo rimasti: “Il breve percorso verso la porta di uscita mi sembra lunghissimo, i miei passi sembrano svelti e leggeri, ma non avanzo di un millimetro, in un’apparente fatica raggiungo la porta, la apro e sono fuori.”

Girato l’angolo perdo la forza e inizio a piangere, non riesco a trattenere le lacrime, non mi sforzo a fermarle. La gente, tra il curioso e preoccupato, più curioso però,  mi guarda. Non me ne curo.

Il mio incedere rallenta, le mie leggere scarpette si trasformano  in due blocchi di cemento armato, ogni passo è sempre più pesante. Sdoppiata, mi osservo mentre cammino, lo sguardo che cerca qualcosa e non trova nulla, perché non so cosa vorrei trovare.

Il corpo è sempre più pesante, tutto mi pesa, la borsa, la giacca, ho paura di cadere e mentre continuo a camminare ritorno in me e sento le lacrime che mi bagnano il viso. Non so se sto piangendo perché sono felice e perché da oggi tutto può succedere o se invece sono veramente triste, opto per un compromesso sono felice, ma delusa.

Sudo, le previsioni meteo avevano previsto neve ed in questo preciso istante sento caldo, caldissimo; mentre le lacrime scendono calme e copiose – al posto della neve – arrivo quasi a casa. Sono davanti al portone, sono stanchissima, ho la sensazione di aver scalato una montagna e invece ho camminato appena cinque minuti.

Cerco le chiavi per un bel po’ senza trovarle. Dentro la minuscola borsa le mie mani toccano vari oggetti che non riconosco, ho perso la sensibilità nelle dita. Infilo le mani, o quelle che penso essere mani, in tutte le tasche, nessuna traccia delle chiavi. Finalmente il portone si aspre, qualcuno esce, posso entrare. Salgo i cinque piani a piedi e la fatica, questa volte reale delle scale, mi fa tornare in me. Infilo la mano nella borsa e come per magia tiro fuori le chiavi di casa. Apro, entro, mi chiudo la porta alle spalle.

Mi siedo sul divano e continuo a piangere. Senza accorgermene mi addormento.

Al risveglio il viso sembra sia stato investito da un tir con rimorchio carico di metallo pesante, il segno delle lacrime andrà via, se mi va bene, tra una settimana. Il resto del corpo sembra più minuto, devo mangiare qualcosa, ma non ho fame.

Mi sento come se qualcuno mi avesse presa a botte per ore, o fossi rimasta a letto una settimana con la febbre a quaranta; Mi lavo la faccia con l’acqua fredda e senza asciugarmi mi riguardo allo specchio.

Vivo in una casa con un solo specchio, quello del bagno grandezza 59×59, fino ad oggi mi sono specchiata a metà, – come mai non mi sono mai comprata uno specchio per specchiarmi intera? Ci penso un po’, ma oggi la risposta proprio non ce l’ho. Esco dal bagno, guardo i piatti accumulati negli ultimi giorni e inizio a lavarli.

Mentre lavo sento l’acqua che mi scorre sulle mani, la sua temperatura, la sensazione della schiuma, la spugna da un lato ruvida e dall’altra morbidissima – questa spugna è come la vita un po’ morbida un po’ dura e ruvida, analizzo la consistenza dei bicchieri, irregolari e così delicati, i piatti qualcuno è un po’ sbeccato qua e là, dovrei sostituirli, le pentole, le posate e finalmente finisco e mi accorgo di stare meglio.

Per attimi molto lunghi resto in piedi a fissare il nulla. Tutto si è fermato oggi.

Poi squilla il telefono, un sms della mia amica. Vado da lei.

di Onemarishow

“Una Ragazza Fantastica” gli altri atti sono  qui

Una Ragazza Fantastica – Atto 12 –

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Una Ragazza Fantastica – Atto 12 –

Uscita di scena

Eravamo rimasti:…”“Il tempo va, l’uscita di scena – non c’è modo di dire più appropriato per il posto che sto per lasciare  – è sempre più vicina, ancora un’oretta… fiuuuuuuuuuuu”
di Onemarishow

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Ancora un’ora, non ho molto altro da fare. Devo riconsegnare il cellulare che mi era stato dato in dotazione. Lo restituisco, firmo qualcosa, chiedo se mi possono pagare.

Conosco già la risposta: – la Signora deve firmare il bonifico per poter procedere con il pagamento.-

Lo sapevo. – devo pagare l’affitto e sono completamente senza soldi, entro settimana prossima mi servono – rispondo.

Nel pronunciare queste parole mi arriva un pugno allo stomaco. Potrei iniziare a piangere e non smettere più, ma non lo faccio. Abbozzo un sorriso, saluto tutti e abbandono la stanza dei numeri, sento che gli sguardi mi seguono e mi squarciano la schiena.

Percorro il lungo corridoio accompagnata dal rumore del legno. Ho la sensazione che stia perdendo l’appoggio sotto i piedi.

Arrivo al mio posto, mi sento confusa, mi guardo intorno e, come telecomandata a distanza, inizio a scrivere una mail di arrivederci, addio suona troppo patetico. Risvegliata dalla breve narcolessia, leggo la mail e mi stupisco di me stessa. Alzo lo sguardo e osservo le pareti, per la prima volta mi sembrano un po’ storte, guardo dentro i cassetti: sono completamente vuoti. Di scatto mi alzo, mi fermo, mi risiedo, non so cosa fare, mi sono persa. C’è di meglio che esplorare un posto quando ti senti persa? Mi rialzo, questa volta con l’intenzione di fare un giro di perlustrazione. Il vociare solito del luogo ora è più tenue, è il momento della pausa pranzo. Qualcuno è rimasto piegato sulla scrivania, tutti gli altri sono andati ad affogare i dispiaceri nel piacere del cibo. A buon prezzo ci sono piatti all in, dal colore e sapore indefiniti che lasciano la giusta pesantezza per un pomeriggio allout. Così, per lamentarsi di qualcosa che non è la vera causa del problema: indigestione post prandiale, per non vedere la realtà!!

Ecco perché esiste la pausa pranzo, per farti ovviare al problema reale procurandotene un altro, ma per fortuna esiste e molti la sfruttano, salutare tutti, oggi, proprio non mi andava.

Vago per un po’, poi mi imbatto nei pochi rimasti, nel salutarmi mi guardano, mi scrutano, io guardo loro e sento di non conoscerli, di non averli mai visti prima, loro continuano a guardami e non capisco cosa cercano, non capisco se vorrebbero essere al mio posto o sperano di non trovarcisi mai. Uno di loro mi dice auguri, dentro di me vuoto assoluto: – Auguri?!, oggi non è il mio compleanno e non è Natale.

Negli sguardi da radiografia c’è una sorta di speranza, una voglia, un desiderio. Forse vivono la mia situazione come una loro libertà o una voglia di libertà.

Senza dire nulla, torno alla mia postazione, seduta davanti ad uno schermo premo invio, la mail parte. Prendo la giacca, la borsa, ci siamo, ho finito! Il breve percorso verso la porta di uscita mi sembra lunghissimo, i miei passi sembrano svelti e leggeri, ma non avanzo di un millimetro, in un’apparente fatica raggiungo la porta, la apro e sono fuori.

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Una Ragazza Fantastica – Atto 8 –

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di Onemarishow

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Una Ragazza Fantastica – Atto 8 –

Il percorso

Eravamo rimasti: “Ecco cosa ci vuole: un caffè, qualcosa di molto dolce e qualche racconto tragico….” 

Entro nel bar, questa mattina è decisamente troppo tardi, il bar è vuoto sono già tutti piegati dietro la loro scrivania. Ordino e in assoluto silenzio, quasi irreale per un bar, consumo il mio caffè e mangio la brioche con  uva sultanina  e gocce di cioccolata. Butto un occhio al giornale, nessuna notizia tragica in copertina; mi osservo e sono vestita con una maglietta bianca con al centro una stella, una giacca nera, dei pantaloni neri, delle scarpe nere, calzini neri, slip se ricordo bene questa mattino ho messo quelli neri, non indosso il reggiseno, ho una canotta grigia, nessun accessorio, capelli normali, giacca e borsa stesse di ieri. Bene, oggi posso dire di essere monocolore, il che significa che non sprizzo di ottimismo da tutti i pori…, ma sento che in fondo, in fondo… un po’ ottimista lo sono.

Esco dal bar, arrivo al semaforo e per magia è già verde, inizio l’attraversamento, mentre cammino ripenso al sogno ricorrente, questa notte non l’ho fatto, che sollievo: “ma vuoi vedere che mi investono proprio oggi, per una volta che passo con il verde, vengo punita per aver rispettato il codice dei pedoni?”

 I pochi metri di strada da attraversare mi sembrano chilometri, mi sento rallentata nei passi, vorrei  allungare un braccio per farmi tirare dall’altra parte, ma non è il caso di fare sceneggiate di prima mattina e comunque, da come tutti corrono e con lo sguardo basso, nessuno mi allungherebbe il suo di braccio per tirarmi a se e salvarmi, da cosa poi ?!

So che posso farcela da sola… e mentre i miei pensieri si accavallano sono già arrivata a destinazione.

L’ingresso questa mattina non è solare e piena di vita come al solito, e non perché sono in ritardissimo. Suono, mi aprono, entro. Saluto velocemente il portiere, oggi non voglio fermarmi a sentire dei suoi acciacchi e di quanto sangue ha perso dal naso questa notte. Un racconto tragico potrebbe chetare i miei pensieri, ma non quello del portiere, i suoi racconti li conosco troppo bene;

Attraverso il solito corridoio dai lastroni di legno, il posto è già popolato da ansia e nervosismo, è decisamente tardi. La buona educazione prima di tutto  mi invita a salutare i presenti con un sonoro buongiorno, non sento nessun eco, mi fermo a metà sala per alcuni secondi, li osservo… che pena. Bene, noto con piacere che finalmente c’è qualcuno che sta peggio.

Raggiungo il mio posto, mi siedo senza togliere la giacca e posare la borsa. Mi guardo intorno, a breve tutto questo non ci sarà più, riguardo ancora più nel dettaglio e mi sento un po’ sollevata, sento che è quello che mi ci vuole per fare… cosa ancora non lo so, ma so che presto lo scoprirò.

Le ore trascorrono lente.  Il tempo è inesorabile, non si lascia distrarre e procede per la sua strada secondo il suo ritmo ben definito, se vuoi puoi metterti al suo passo, ma è sicuro e provato che non sarà mai lui a mettersi al tuo, io non ci provo neanche, e così in men che non si dica per oggi il mio compito qui è finito!

 di Onemarishow

Una Ragazza Fantastica – Atto 7 –

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di Onemarishow

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Una Ragazza Fantastica – Atto 7 –

Come una stella

Eravamo rimasti: E’ lì, un po’ stropicciata con le sue righine bianche e blu sembra quasi  triste … ma come ho fatto a non vederla prima? maledetta maglietta!!!

Non voglio più indossarla, in un lampo cambio idea a fianco c’è un’altra maglietta, questa ha le maniche lunghe, semplice senza pretese, sempre lì al suo posto ben piegata disponibile si adatta a tutto, va bene da sola, sotto la giacca o un maglione non è mai fuori posto… una maglietta bianca, quasi anonima… se non fosse per quella stella al centro che le da un po quell’aria rock…!! Ecco  a volte io vorrei essere una bella maglietta bianca con una stella al centro, invece sono una maglietta a righe che non si  trova mai e quando finalmente si trova cambia idea… strada, direzione…

Oddio è tardissimo; mi affaccio alla finestra per capire che giacca indossare, rimango immobile a guardare il vuoto che ti crea un quinto piano, fuori c’è ancora poca gente, tutti gli alberi del viale sono spogli, la visuale è bellissima e penso alla primavera, alla sua delicatezza, al suo candore di colori vivi e profumo di vita. Quando arriva bussa dolcemente al cuore, desiderosa di entrare per farci uscire s-coperte allo scoperto, leggiadre verso un’aria piacevole, ci spinge ad intraprendere un nuovo cammino, verso un nuovo mondo, ma sempre molto uguale… un freddo pungente mi gela il naso e le orecchie mi riporta alla realtà, mi ricorda che la primavera è ancora un po’ lontana e attualmente siamo in inverno. Giusto!

La realtà è anche un’altra, tra qualche giorno tutta questa frenesia mattutina si fermerà, non sarò più costretta a svegliarmi alla stessa ora con il suono monotono e assordante di una stupida sveglia, potrò fare tutto con calma, dormire più a lungo, colorare il soffitto e fare tante altre cose… mentre scorrono le immagini di questa nuova vita mi accorgo che una lacrima scende dal mio occhio sinistro, forse è colpa dell’aria dalla finestra…?

Mi concentro sul mascara, fermati lacrima non ora, non ho molto tempo per rilavarmi la faccia, sono già molto in ritardo, resisti! Per piangere c’è tempo, possiamo farlo questa sera con calma e a lungo, prima di dormire così anche se il trucco si disfa non succede nulla.

A fatica fermo la lacrima e quasi a rallentatore chiudo la finestra, metto la giacca, controllo che nella borsa ci sia tutto, controllo che il gas sia chiuso prendo le chiavi, mi accerto di chiudere la porta ed esco; Scendo lentamente le scale ad ogni scalino mi sento sempre più pesante, per attimi molto lunghi non so dove sto andando e perché.

Finalmente fuori dal portone in strada di fronte a me il bar. Ecco cosa ci vuole: un caffè, qualcosa di molto dolce e qualche racconto tragico da ascoltare facendo finta di leggere il giornale per rendermi conto che c’è qualcuno che sta peggio di me.

 di Onemarishow

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