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Rel-Azioni – 9° puntata
Coppia dolce-salato!
di Onemarishow e FabioFlap
Coppia dolce-salato!
di Onemarishow e FabioFlap
Coppia conTorta: pere, cioccolata e rum!!
di Onemarishow e FabioFlap
Una Ragazza Fantastica – Atto 11 –
Giorno Fatidico
Seduta ad un tavolino che si affaccia alla vetrata del locale inizio a mangiare la torta. Osservo la strada ed il via vai di passanti frettolosi e con lo sguardo basso, chissà cosa cercano.
Svogliatamente sfoglio il giornale senza riuscire a leggere nulla. Attorno a me altre persone sorridenti consumano la loro colazione, chiacchierano, scrivono messaggi sui loro telefoni, raccontano del film di ieri sera, degli appuntamenti della giornata, di politica e di nulla. In questi momenti vorrei essere sorda, per non sentirli, non respirano pur di parlare per non dire…
Di cosa si dovrebbe parlare quando si parla, non lo so, ma so che non si può parlare senza comunicare qualcosa. Non si deve parlare per riempire il silenzioso imbarazzo che si crea quando si sta insieme ad una persona, una persona qualsiasi; si dovrebbe ascoltare quel silenzio imbarazzante; ma come si fa?
La torta è proprio buona, mastico lentamente gustando i pezzetti di mela all’interno, la pasta è morbida e non molto dolce. Finalmente arriva anche il caffè, forse ora mi sveglierò del tutto e mi renderò conto di essere stata in un sogno. La torta finisce, ne mangerei altre mille di fette, ma non lo faccio, un po’ per non ingrassare e un po’ perché una fetta di torta costa veramente tanto, per essere una fetta di torta.
Bevo il caffè, e mi convinco del tutto che non sono in un sogno, ma nella vita reale.
Mi alzo e pago, do un’occhiata al posto dove ero seduta per accertarmi di non aver dimenticato nulla, oggi potrei dimenticare di tutto, me compresa, ovunque; accertata di non aver lasciato pezzi in giro esco.
Sono appena le nove del mattino e penso di essermi vestita troppo… la temperatura non è adeguata alla stagione; Indosso i pantaloni larghissimi e neri, una camicia a quadri rosa scuro e bluette, una maglia di lana nera con i bottoni bianchi e la giacca di lana a quadretti, le scarpe sono rosse e i calzini, gli unici puliti che sono riuscita a trovare questa mattina, sono a righe oro e verde, non ho con me la solita borsa, ma una più piccola, la borsa del medico di condotta perché è quadrata.
Cammino e guardo la mia immagine riflessa sulle vetrine, sul mio viso si vede benissimo che è stata una lunga notte, ma un po’ di trucco ha fatto il suo modesto dovere, nonostante tutto.
Arrivo. Le prime due ore sono sola, il venerdì arrivano tutti più tardi. Decido di mettere ordine nei cassetti, butto via un sacco di cartacce, poi metto ordine nel computer, elimino documenti e cartelle inutili, lascio l’essenziale per chi dovesse arrivare dopo di me… Vivo ogni azione che compio, ogni movimento, e anche se penso di non star pensando dentro me si sta muovendo un mondo.
Per alcuni momenti ogni cosa sembra immobile. Faccio una pausa caffè, segue più tardi una pausa sigaretta, e man mano che passano le ore mi sento sempre più una intrusa, mi sento in un posto non mio: fuori posto.
Gli spazi silenziosi di qualche ora fa, hanno lasciato spazio al caos. La stanchezza di una lunga settimana traspare sul viso di ognuno. Senza voglia sorrido, saluto, ma rispetto alle prime ore del mattino ora sto facendo tutto in modo automatico.
Il tempo va, l’uscita di scena – non c’è modo di dire più appropriato per il posto che sto per lasciare – si avvicina, ancora un’oretta… fiuuuuuuuuuuu
di Onemarishow
Una Ragazza Fantastica – Atto 7 –
Come una stella
Non voglio più indossarla, in un lampo cambio idea a fianco c’è un’altra maglietta, questa ha le maniche lunghe, semplice senza pretese, sempre lì al suo posto ben piegata disponibile si adatta a tutto, va bene da sola, sotto la giacca o un maglione non è mai fuori posto… una maglietta bianca, quasi anonima… se non fosse per quella stella al centro che le da un po quell’aria rock…!! Ecco a volte io vorrei essere una bella maglietta bianca con una stella al centro, invece sono una maglietta a righe che non si trova mai e quando finalmente si trova cambia idea… strada, direzione…
Oddio è tardissimo; mi affaccio alla finestra per capire che giacca indossare, rimango immobile a guardare il vuoto che ti crea un quinto piano, fuori c’è ancora poca gente, tutti gli alberi del viale sono spogli, la visuale è bellissima e penso alla primavera, alla sua delicatezza, al suo candore di colori vivi e profumo di vita. Quando arriva bussa dolcemente al cuore, desiderosa di entrare per farci uscire s-coperte allo scoperto, leggiadre verso un’aria piacevole, ci spinge ad intraprendere un nuovo cammino, verso un nuovo mondo, ma sempre molto uguale… un freddo pungente mi gela il naso e le orecchie mi riporta alla realtà, mi ricorda che la primavera è ancora un po’ lontana e attualmente siamo in inverno. Giusto!
La realtà è anche un’altra, tra qualche giorno tutta questa frenesia mattutina si fermerà, non sarò più costretta a svegliarmi alla stessa ora con il suono monotono e assordante di una stupida sveglia, potrò fare tutto con calma, dormire più a lungo, colorare il soffitto e fare tante altre cose… mentre scorrono le immagini di questa nuova vita mi accorgo che una lacrima scende dal mio occhio sinistro, forse è colpa dell’aria dalla finestra…?
Mi concentro sul mascara, fermati lacrima non ora, non ho molto tempo per rilavarmi la faccia, sono già molto in ritardo, resisti! Per piangere c’è tempo, possiamo farlo questa sera con calma e a lungo, prima di dormire così anche se il trucco si disfa non succede nulla.
A fatica fermo la lacrima e quasi a rallentatore chiudo la finestra, metto la giacca, controllo che nella borsa ci sia tutto, controllo che il gas sia chiuso prendo le chiavi, mi accerto di chiudere la porta ed esco; Scendo lentamente le scale ad ogni scalino mi sento sempre più pesante, per attimi molto lunghi non so dove sto andando e perché.
Finalmente fuori dal portone in strada di fronte a me il bar. Ecco cosa ci vuole: un caffè, qualcosa di molto dolce e qualche racconto tragico da ascoltare facendo finta di leggere il giornale per rendermi conto che c’è qualcuno che sta peggio di me.
di Onemarishow
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