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Una Ragazza Fantastica – Atto 8 –

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di Onemarishow

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Una Ragazza Fantastica – Atto 8 –

Il percorso

Eravamo rimasti: “Ecco cosa ci vuole: un caffè, qualcosa di molto dolce e qualche racconto tragico….” 

Entro nel bar, questa mattina è decisamente troppo tardi, il bar è vuoto sono già tutti piegati dietro la loro scrivania. Ordino e in assoluto silenzio, quasi irreale per un bar, consumo il mio caffè e mangio la brioche con  uva sultanina  e gocce di cioccolata. Butto un occhio al giornale, nessuna notizia tragica in copertina; mi osservo e sono vestita con una maglietta bianca con al centro una stella, una giacca nera, dei pantaloni neri, delle scarpe nere, calzini neri, slip se ricordo bene questa mattino ho messo quelli neri, non indosso il reggiseno, ho una canotta grigia, nessun accessorio, capelli normali, giacca e borsa stesse di ieri. Bene, oggi posso dire di essere monocolore, il che significa che non sprizzo di ottimismo da tutti i pori…, ma sento che in fondo, in fondo… un po’ ottimista lo sono.

Esco dal bar, arrivo al semaforo e per magia è già verde, inizio l’attraversamento, mentre cammino ripenso al sogno ricorrente, questa notte non l’ho fatto, che sollievo: “ma vuoi vedere che mi investono proprio oggi, per una volta che passo con il verde, vengo punita per aver rispettato il codice dei pedoni?”

 I pochi metri di strada da attraversare mi sembrano chilometri, mi sento rallentata nei passi, vorrei  allungare un braccio per farmi tirare dall’altra parte, ma non è il caso di fare sceneggiate di prima mattina e comunque, da come tutti corrono e con lo sguardo basso, nessuno mi allungherebbe il suo di braccio per tirarmi a se e salvarmi, da cosa poi ?!

So che posso farcela da sola… e mentre i miei pensieri si accavallano sono già arrivata a destinazione.

L’ingresso questa mattina non è solare e piena di vita come al solito, e non perché sono in ritardissimo. Suono, mi aprono, entro. Saluto velocemente il portiere, oggi non voglio fermarmi a sentire dei suoi acciacchi e di quanto sangue ha perso dal naso questa notte. Un racconto tragico potrebbe chetare i miei pensieri, ma non quello del portiere, i suoi racconti li conosco troppo bene;

Attraverso il solito corridoio dai lastroni di legno, il posto è già popolato da ansia e nervosismo, è decisamente tardi. La buona educazione prima di tutto  mi invita a salutare i presenti con un sonoro buongiorno, non sento nessun eco, mi fermo a metà sala per alcuni secondi, li osservo… che pena. Bene, noto con piacere che finalmente c’è qualcuno che sta peggio.

Raggiungo il mio posto, mi siedo senza togliere la giacca e posare la borsa. Mi guardo intorno, a breve tutto questo non ci sarà più, riguardo ancora più nel dettaglio e mi sento un po’ sollevata, sento che è quello che mi ci vuole per fare… cosa ancora non lo so, ma so che presto lo scoprirò.

Le ore trascorrono lente.  Il tempo è inesorabile, non si lascia distrarre e procede per la sua strada secondo il suo ritmo ben definito, se vuoi puoi metterti al suo passo, ma è sicuro e provato che non sarà mai lui a mettersi al tuo, io non ci provo neanche, e così in men che non si dica per oggi il mio compito qui è finito!

 di Onemarishow

Una Ragazza Fantastica – atto 5 –

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 di Onemarishow

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Una Ragazza Fantastica – atto 5 –

… Una volta fuori respiro. Guardo il cielo: è azzurro, è vivo e io insieme a lui…

Mi sento leggera e pesante insieme, decido di non tornare a casa e  cammino senza meta, senza stancarmi. Mi perdo tra la gente, nelle vie, mi fermo per minuti infiniti a guardare le vetrine di ogni negozio, comprerei tutto… ma sono appena rimasta senza lavoro e in ogni caso con quello che ho sul conto non riuscirei a comprarmi praticamente nulla… non è giornata!!

Cammino da almeno quattro ore e per un attimo la gioia mi assale, è passata l’ora di pranzo da un pezzo, siamo quasi a cena e non ho ancora mangiato e non ho fame. Mi torna in mente che non ho più un lavoro e dovrei fare qualcosa invece di pensare alla fame… stranamente non mi sono ancora attaccata al telefono per raccontarlo ad amici e amiche, molto strano!! devo chiamare qualcuno per raccontarlo mi dico, ma non ho voglia di parlare, voglio solo camminare.

Senza accorgermi arrivo sotto casa, il cielo azzurro ora è diventato scuro, nonostante i lampioni si intravede qualche stella e fa ancora caldo, l’inverno non tarderà ad arrivare… sorrido. Apro il portone, entro, controllo la casella della posta, nessuna bolletta per fortuna, solo pubblicità e volantini vari che lascio lì. Salgo i cinque piani a piedi, senza fiato arrivo davanti al mio pianerottolo, il rumore della strada non c è più, guardo ancora il cielo le stelle sono aumentate, ne conto qualcuna e senza sapere a che numero sono arrivata entro in casa.

Questa sera decido di non fare nulla. Spengo il telefono, faccio una doccia ed in compagnia della mia lucina leggo e ascolto la radio…. aspettando di addormentarmi. Immediatamente un pensiero mi riporta al sogno ricorrente, ripenso alle previsioni, cerco di analizzare, di capire come il sogno mi aveva già informata della vicenda e io non avevo capito… era un messaggio sottile, meno chiaro e comunque meno catastrofico di quel che pensavo, o forse no?! In fondo i sogni non dicono mai la verità in modo esplicito, al risveglio lasciano la creatività di interpretarli, senza accorgermene mi sono addormentata.

 di Onemarishow